Il re
«Ho lasciato morti dietro di me, i miei compagni di lotta sono in carcere o sepolti in qualche cimitero, mentre io vengo ricevuto ovunque come un re.»
Come i precedenti romanzi di Kader Abdolah, anche «Il re» è frutto di una febbrile urgenza di scrivere, di un dovere etico della memoria. Siamo nella Persia a cavallo tra Otto e Novecento, al centro del Grande Gioco tra Russia, Francia e Inghilterra per il dominio asiatico. Ma è anche l’alba della globalizzazione, una brezza incessante spazza via tradizioni millenarie per portare modernità e profondi cambiamenti. Debole, ostinato, vendicativo, più interessato alle duecentotrenta donne del suo harem e alla gatta Sharmin che ai problemi dell’Iran, lo scià Naser non sa intercettare gli snodi cruciali della Storia, ma proprio per questo mantiene il fascino umano del perdente legato a un mondo che scompare. A lui si contrappone il visir Mirza Kabir – trisavolo dell’autore – che lotta invece per un futuro di progresso, sognando la costruzione di scuole, fabbriche, ferrovie, ospedali e il diffondersi dei vaccini. Con «Il re» si ritrova l’Abdolah de «La casa della Moschea», il cantastorie affabulatore che rievoca profumi e atmosfere da mille e una notte, ma soprattutto il grande interprete del suo tempo, capace di cogliere il parallelo tra l’arrivo del telegrafo nella Persia di Naser e quello di internet nell’Iran di oggi. «Il re» si configura così come un romanzo di penetrante attualità , testimonianza di quel “contagio” dell’Occidente che, allora come oggi, porta con sé la speranza di un cambiamento alla lunga inesorabile.
€18,50
Descrizione
«Ho lasciato morti dietro di me, i miei compagni di lotta sono in carcere o sepolti in qualche cimitero, mentre io vengo ricevuto ovunque come un re.»
Come i precedenti romanzi di Kader Abdolah, anche «Il re» è frutto di una febbrile urgenza di scrivere, di un dovere etico della memoria. Siamo nella Persia a cavallo tra Otto e Novecento, al centro del Grande Gioco tra Russia, Francia e Inghilterra per il dominio asiatico. Ma è anche l’alba della globalizzazione, una brezza incessante spazza via tradizioni millenarie per portare modernità e profondi cambiamenti. Debole, ostinato, vendicativo, più interessato alle duecentotrenta donne del suo harem e alla gatta Sharmin che ai problemi dell’Iran, lo scià Naser non sa intercettare gli snodi cruciali della Storia, ma proprio per questo mantiene il fascino umano del perdente legato a un mondo che scompare. A lui si contrappone il visir Mirza Kabir – trisavolo dell’autore – che lotta invece per un futuro di progresso, sognando la costruzione di scuole, fabbriche, ferrovie, ospedali e il diffondersi dei vaccini. Con «Il re» si ritrova l’Abdolah de «La casa della Moschea», il cantastorie affabulatore che rievoca profumi e atmosfere da mille e una notte, ma soprattutto il grande interprete del suo tempo, capace di cogliere il parallelo tra l’arrivo del telegrafo nella Persia di Naser e quello di internet nell’Iran di oggi. «Il re» si configura così come un romanzo di penetrante attualità , testimonianza di quel “contagio” dell’Occidente che, allora come oggi, porta con sé la speranza di un cambiamento alla lunga inesorabile.
Informazioni aggiuntive
autore | Kader Abdolah |
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editore | Iperborea |
anno | 2012 |
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